Cammino Lauretano
FESTA DELLA VENUTA DELLA SANTA CASA
La Venuta è una festa tradizionale delle Marche, diffusa anche in alcune zone dell’Umbria, che si tiene da più di quattrocento anni la sera tra il nove e il dieci dicembre, accendendo grandi fuochi in città, paesi e campagne.
Nel calendario cattolico, il 10 dicembre è la festa della Madonna di Loreto, che celebra la traslazione della Santa Casa. Nella notte della vigilia, tra il 9 e il 10 dicembre, in tutte le Marche è viva la tradizione di accendere grandi falò per “rischiarare il cammino alla Santa Casa”, si tratta dei fuochi della notte della Venuta, intendendo per “venuta” l’arrivo della Santa Casa.
Il falò acceso in occasione della festa assume nomi diversi a seconda della zona: focaraccio, fogaró, faone, foghèra, faore, focone o anche semplicemente fuoco della Venuta.
I fuochi si accendono alle prime ombre della sera nelle campagne e nei paesi. In genere sono gli scout, o i rappresentanti delle pro loco e i parrocchiani ad occuparsene. Anche nel capoluogo, Ancona, i vari rioni gareggiano per allestire il fuoco più alto e bello. Quando i focaracci sono ormai bassi i ragazzi lanciano petardi e miccette e si sfidano nell’attraversare le braci saltando, tradizionalmente per nove volte.
La tradizione vuole che i fuochi odierni ricordino quelli che nel 1294 illuminarono la strada alla Santa Casa che in volo stava giungendo a Loreto, che ancora è il centro ideale di questa festa.
I fuochi nelle Marche hanno origine nell’antichità quando erano considerati feste di rinnovamento, di buon auspicio e di purificazione per il nuovo ciclo del tempo.
Nei secoli, con l’affermarsi del Cristianesimo, le feste popolari presentano elementi pagani e cattolici fusi fra loro.
In passato si accendevano i fuochi anche all’alba del 13 dicembre per festeggiare S. Lucia, protettrice della vista, la festa organizzata dai fabbri, e il 4 dicembre per S. Barbara, protettrice dei minatori ed artificieri ma oggi è rimasta solo la festa dell’ Immacolata Concezione dell’8 dicembre.
Nelle Marche il nome antico di faugni (dal latino “fauni ignis”, cioè fuoco di Fauno), è andato perso ma non nella tradizione dialettale Abruzzese dove è ancora vivo in “li Faégnë”.
I fuochi per il passaggio della Santa Casa di Loreto, ci rimandano ai fuochi della Faunalia, la festività Romana molto sentita dai Piceni in onore di Fauno, divinità pagana associata alla fertilità della terra, protettrice di pastori, greggi e agricoltura.
Il Conte Monaldo Leopardi, padre del grande poeta Giacomo Leopardi, nei suoi scritti ci fornisce la descrizione delle prescrizioni della festa ufficializzata nel 1624:
FONTE: http://blog.appnauta.com